La nascita della SAT risale al 1872 (l'atto costitutivo venne firmato a Madonna di Campiglio), quando il Trentino era ancora parte dell'Impero austro-ungarico. L'associazione decise di chiamarsi “Società Alpina del Trentino” ma la propaganda irredentista dei suoi soci ne provocò due anni dopo lo scioglimento da parte delle autorità austriache. Bastarono però pochi mesi perché la Sat risorgesse modificando la propria denominazione nell'attuale “Società degli Alpinisti Tridentini”(i cui colori sono l'azzurro e il bianco). Gli anni che precedettero la Grande guerra coincisero con l'impegno a una sorta di “appropriazione” delle montagne trentine: furono costruiti rifugi, sentieri, salite vette, stampati libri (tra i quali i notissimi Annuari). Ogni attività veniva ricondotta all'interno della campagna irredentista che culminò, all'inizio del primo conflitto mondiale, con la messa fuori legge dell'associazione e l'internamento o il confino di quei soci che non si erano ancora rifugiati in Italia. Molti fra i “satini” si arruolarono nell'esercito italiano contro l'Austria. Tra questi ricordiamo il più noto: Cesare Battisti. Con l'annessione del Trentino al Regno d'Italia inizia anche una nuova fase del sodalizio: la SAT non solo entra a far parte del CAI come sezione autonoma, ma vede anche accrescere il numero dei suoi soci. Tanto che l'associazione formata inizialmente da nobili e facoltosi borghesi si apre ad altre classi sociali che proprio nei terribili giorni della “Guerra bianca” (combattuta tragicamente anche sulle vette dell'Adamello e della Presanella), nelle truppe di montagna, avevano avuto la prima vera esperienza di alta quota: nasce così la prima Sezione operaia (SOSAT). L'allargamento della base sociale farà sì che la maggioranza dei soci non risulti più composta da alpinisti ma da un numero consistente di escursionisti. E' proprio in questi anni che inizia la pianificazione della rete dei sentieri unita alla costruzione di nuovi rifugi. Accompagna questi grandi cambiamenti la nascita della coralità alpina che dagli anni Venti in poi vedrà le canzoni di montagna diventare la colonna sonora di tutte le escursioni. Negli anni Trenta la SAT, come tutte le associazioni sportive dell'epoca, viene posta sotto il controllo del Partito fascista perdendo così i propri caratteri democratici. Con il secondo dopoguerra il numero dei soci inizia ad aumentare. E segue una notevole espansione del volontariato all'interno del sodalizio: uno dei primi risultati sarà la nascita, proprio a Pinzolo, del primo nucleo di volontari che daranno vita al primo Soccorso alpino (1952). Quando il boom economico aprirà la strada definitivamente la strada al turismo di massa, la SAT si troverà a fare i conti con le problematiche legate alla protezione dell'ambiente: la necessità di tutelare il territorio alpino monopolizzerà spesso il dibattito dentro la SAT, orientandolo verso la ricerca di soluzioni condivise per uno sviluppo sostenibile delle montagne trentine (Claudio Ambrosi – studioso e bibliotecario della Biblioteca della Montagna-SAT).
Pinzolo e la Val Rendena hanno dato i natali a due tra gli alpinisti più importanti della seconda metà del XX secolo: Clemente Maffei Gueret ed Ermanno Salvaterra. Il primo ha partecipato a una tra le conquiste alpinistiche più affascinanti degli anni ’50, quella del Monte Sarmiento, in cordata con Carlo Mauri. Il secondo è stato autore di una serie di imprese in Patagonia, tra cui la prima salita invernale al Cerro Torre.
Rifugio Tuckett in una cartolina dei primi '900 - Dolomiti di Brenta